Lo spettacolo
La scena si presenta con un vasto ufficio curiosamente posto all'ingresso di una miniera e nessun riferimento all'epoca e al luogo.
Tre i personaggi, due dei quali non hanno neppure un nome, sono semplicemente 'L'uomo e la segretaria', anche se l'uomo dice di chiamarsi Gutierrez ma niente indica che questo sia vero. Il terzo personaggio, la signora Isabel, aspetta di sapere i motivi della sua convocazione nell'ufficio. L'uomo e la segretaria iniziano una conversazione con Isabel, una chiacchierata amabile di gente educata, mentre Isabel cerca di conoscere il destino del figlio entrato in miniera 12 anni prima e mai più risalito in superficie. Così si apre l'opera ma ben presto il testo rivela la sua struttura complessa che consiste nella compresenza di due piani: quello realistico e quello dell'angosciosa allucinazione e la sua bellezza à il risultato del sottile equilibrio che si crea tra questi due piani.
La regia di Sergio Aguirre affronta questa difficoltà riuscendo a farli convivere, scegliendo di curare una recitazione attenta alle sfumature e alle variazioni del testo. Isabel (Gabriella Baldassini), convocata in un ufficio, che ha come unica stranezza di essere collocato all'ingresso di una miniera, si trova suo malgrado, al centro di una giostra di personaggi che continuano a ruotarle intorno ed il cui obiettivo scopriremo solo alla fine. Il suo sguardo è quello con il quale lo spettatore si identifica mentre gli altri due l'uomo (Andrea Gigli) e la segretaria (Manola Nifosì) sono motori di una volontà che sfugge alla comprensione del pubblico e che si svela nel finale. I due diversi punti di vista si traducono in due diversi stili di recitazione: da una parte il realismo psicologico di Isabel e dall'altra lo straneamento brechtiano degli altri due. Il pubblico percepisce questa inquietante sfasatura realizzata anche nella scenografia di Beatrice Giannini, in parte iperrealista in parte onirica. Il risultato è di grande impatto emotivo, la commozione per la sorte di Isabel viene tradita dalla comicità paradossale delle situazioni. Alla fine restano molte domande a cui né il testo né la messa in scena rispondono.

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